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mercoledì 9 maggio 2018

In ricordo di Aldo Moro e di nonno Nicola...


Avevo scritto alcuni mesi un post sull'incontro, avuto da bambino ad Addis Abeba (Etiopia)  insieme ad Aldo Moro... a quando appoggiando la sua mano nel mio capo mi disse: "Nicola ricorda... non è importante quanto tu sia bravo o monello... l'importante è che tu sia sempre onesto"!!!
Sono passati tanti anni da quell'episodio ed oggi nel ricordarlo, provo ad immaginare egli, che da lassù, possa avermi apprezzato per aver saputo adempiere a quelle sue parole... 
Certo essere onesti, soprattutto in questa nostra terra... è veramente difficile, ma in un qualche modo, come dico sempre alle mie figlie... bisogna riuscirci!!! 
Ed allora, nel ricordare il Presidente Aldo Moro, riprendo un avvenimento importante per la nostra famiglia e cioè, il conferimento (da parte del Presidente della Repubblica) a "Cavaliere del lavoro", di nonno Nicola...  
Ora, ripensando per un momento, quali requisiti bisogna possedere per ricevere quell'onorificenza e cioè rileggendo quei valori indispensabili e tassativamente richiesti: 
- l'aver promosso un incremento notevole dell’economia del Paese; 
l'aver operato in via continuativa e per almeno 20 anni con autonoma responsabilità nel settore per il quale l’onorificenza è proposta;
- l'aver adempiuto agli obblighi tributari nonché a quelli previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori; 
- l'aver operato per lo sviluppo e la cooperazione e in aree e in campi di attività economicamente depressi;
- l'aver svolto opere finalizzate all'elevazione economica e sociale dei lavoratori, contribuendo in tal modo all'eliminazione dei divari esistenti;
ed infine, la più importante... l'aver tenuto una specchiata condotta civile e sociale;
mi viene da sorridere, pensando ora a molti dei nostri cosiddetti "imprenditori"!!!
Già... potrei dire con assoluta certezza, che oggi, la maggior parte di essi, compie attraverso le proprie azioni... esattamente il contrario a quelle regole sopra ascritte!!!
Ma d'altronde si sa, in un paese dove l'illegalità e la corruzione viene posta al primo posto, dove il marcio è ovunque e a tutti i livelli, dove si è deciso di non punire... ma di condonare, il tutto coperto da quel sistema clientelare...
Dove vige sempre la regola sostanziale del favore di ogni tipo, da quelle promozioni facili, al voto di scambio, dalle deroghe, ai finanziamenti pubblici (il più delle volte inutili), esenzioni e frodi fiscali, appalti truccati,  finte pensioni per invalidità e quant'altro, abuso d'ufficio, leggi "ad personam" per aggirare quelle possibili condanne ed ancora, evasione, concessioni indebite, mancati pagamenti erariali, elusione e daccapo... tangenti, regali e mazzette di denaro sporco...
Sono sicuro che se il Presidente Aldo Moro, potesse osservare com'è diventata l'Italia oggi... proverebbe un grande rincrescimento!!!
Sì... avrei voluto esprimere diversamente quel pensiero... e cioè che, vedendo quanto accaduto in questi 40' anni, avrebbe da lì in alto, rigurgitato di tutto!!!
Ma il Presidente Moro ci ha insegnato il perdono, sì... anche in quei momenti terribili ha saputo confidare nell'umanità delle persone, in quei giorni nei quali hanno perso la vita i suoi uomini, quelli della scorta (i cui nomi è giusto ricordare: Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi ) egli rivolgeva parole di clemenza, preannunciando nel contempo a quali rischi, sarebbe andata incontro questa nostra democrazia...
Basti rileggersi il discorso pronunciato il 28 febbraio 1978, quando, intuito gli aspetti drammatici cui la nostra nazione s'indirizzava, invitava tutti a reagire da uomini, al non cedere al pessimismo, a essere fedeli ai propri obblighi, a ciò che andava fatto per il bene della collettività e delle prossime generazioni: "Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità; si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso; si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà
Parole che rivisitate oggi, contrastano con quel senso di vuoto trasmesso dai nostro attuali governanti... vedasi al momento la crisi politica e di governo!!!
Quelle parole d'allora, cadono quindi ora come un macigno su questo sistema di potere, che ancora una volta, tenta d'avvinghiare il Paese in una morsa, grazie ai suoi tentacoli...
Nei 55 giorni di prigionia, Moro ci ha lasciato in quelle lettere il suo testamento...
Esse, se pur scritte in un momento di grande umiliazione e sofferenza, hanno saputo trasmetterci una lezione di umanità... 
Un messaggio d'amore e di perdono, un pensiero rivolto a quanti non la pensano come noi, in particolare a chi dovrà rappresentare quelle parole nelle istituzioni; è a loro difatti che chiede una maggiore collaborazione, implora di cercare sempre un accordo, un punto d’incontro ed a volte, anche un compromesso... 
Con ciascuna di quelle lettere, Aldo Moro, ha saputo toccare (se pur in quel frangente...) l'animo umano, esaltandolo in qualcosa di unico e di rinnovato, ricordandoci di avversare in qualunque circostanza (anche in momenti difficili come quello che per l'appunto Egli stava vivendo...), la natura violenta e disumana, che è propria dell'uomo...
Concludo quindi con una sua frase, che meglio di molte altre, fa comprendere a quali valori bisogna dirigersi, per potere risollevare questa nostra nazione: Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere!!!


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