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venerdì 15 aprile 2016

Ma cosa ha detto Salvo Riina???

In questi giorni ho letto brevemente quanto dichiarato nella trasmissione "Porta a Porta", i commenti all'intervista, le critiche per quel libro pubblicato ed il rifiuto alla vendita da parte di molte librerie, per giungere a quelle varie congetture, fatte da giornalisti e scrittori noti tra cui in particolare quelle riportate da Roberto Saviano... 
Ed allora, come mio solito, prima di esprimere un qualsivoglia pensiero... ho voluto osservare il video, per farmi un'idea di quanto di fatto accaduto... 
Il video può essere rivisto su questo link:
Ecco quindi cosa ne ho tratto...
Innanzitutto, ho ascoltato le parole, dando un particolare interesse ai gesti espressi... mi riferisco a quegli inconsci movimenti del viso... 
Ho notato difatti, una certa incompatibilità tra le parole dette e l'espressioni rivelate...
In quelle frasi emerge una chiara discordanza nei tempi... tra quanto viene detto e quanto successivamente solo pochi minuti dopo viene completamente ribaltato...
Infatti, se da un lato dice: "ho vissuto una vita serena" eguale a quella di tanti bambini della stessa età..., dopo un po continuando rispondendo alla domanda sulla mancata frequenza scolastica dice: "il non andare a scuola? non ci pensavamo e non ci chiedevamo il perché... sapevamo d'essere una famiglia diversa" (ma come diversa non si era "eguale" agli altri...) e dopo aggiungerà: "eravamo bambini particolari"... "differenti" a causa dell'excursus vitae che è stato completamente diverso ( una contraddizione rispetto a quanto aveva detto prima...)!!!
Ho notato inoltre che quando comincia l'intervista, ricordando quei momenti vissuti dichiara "Mai chiesto niente!!! Era un tacito accordo familiare!!!
Ed anche quando si parla del lavoro del padre... "non ci siamo mai chiesti cosa faceva nostro padre, ho meglio ci era stato detto che era un geometra (a questo punto ho trovato un'analogia... sì... mi è venuta in mente quella regola matematica che da piccoli ci insegnarono alle scuole elementari... si chiamava “proprietà transitiva“ e diceva che se se A è uguale a B e B è uguale a C, allora si può legittimamente affermare che A è uguale a C e quindi se il Boss (A) era un impiegato (B) e svolgeva la mansione di geometra (C) anche il geometra (C) è anch'esso un Boss... ed ora comprendo il perché gli amici/colleghi mi hanno da sempre affibbiato quest'appellativo...) e comunque "partiva la mattina e si ritirava la sera"... ciò dimostra che a differenza di quanto ci è stato raccontato sulla sua latitanza (nascosto, isolato... quasi segretato in chissà quale dimora protetta e abbandonata...) egli passeggiava per la città come nulla fosse, mentre le nostre forze dell'ordine, propagandavano che lo stavano cercando... ma dove... resta un mistero...
Crescendo comunque - attraverso i media o i giornali - si era compreso che forse "qualcosa di diverso" per quel cognome tanto ricercato c'era... che dietro quella professione di geometra si celava un "lavoro di copertura" e che per quel cognome fittizio "Bellomo" con il quale si facevano chiamare quando uscivano a passeggio, fosse di per se... un pretesto...
Sì... risponde... ma comunque era un "tacito accordo familiare"!!!
Ma dove Riina Jr. dimostra di essere abile... è nel saper pilotare l'intervista... fare cioè in modo che il giornalista Bruno Vespa... domandi... quanto egli  vuole poter dire... infatti:
rispondendo alla domanda del giornalista, ci si pone di traverso con un argomento futile... "una vita completamente differente dagli altri" (un'altra discordanza) vissuta "in maniera piacevole" per poi esprimere in modo "subliminale" il vero messaggio che si era pianificato: "ERA UN SEGRETO DA MANTENERE IL NOSTRO" per "TENERE LA FAMIGLIA UNITA"!!!
Ecco la prima vera motivazione a quella intervista!!!
Ed ancora incalza con il secondo punto: era una forma di "PROTEZIONE" verso i propri familiari - più trasparente di così... qui messaggi celati non ve ne sono... il messaggio è chiaro e diretto a tutti coloro che devono comprendere!!!
Ritornando all'intervista... a cinque anni (Riina Jr) aveva ben compreso chi fosse il padre... e la madre ( qui Bruno Vespa ne amplia le virtù... "donna forte... che ha studiato") educava i figli  e considerava il proprio marito "un uomo giusto"...
Ecco quindi il terzo punto focale dell'intervista... si parla di "valori morali": mio padre era visto come un uomo tutto d'un pezzo, il rispetto per la famiglia, per le tradizioni, forte... alla fine aggiunge la nostra... una famiglia come tutte le altre... ribadisce molto modesta...
E' orgoglioso... (lo si vede dagli occhi lucidi) quando attacca "siamo stati tutti registrati con il nostro cognome... originale", andavano a mare insieme e la gente lo salutava con molto rispetto (penso quindi che erano in molti a dover sapere chi fosse... ed allora mi domando... dov'erano in quel periodo gli inquirenti? Ma...). 
Come mai nessuno sapeva chi fosse quell'uomo tanto ossequiato... un personaggio che veniva salutato con "rispetto e deferenza" e che da quanto oggi raccontato... non si nascondeva dietro paraventi, ma palesava ovunque quel proprio carisma???
Il quarto punto... "RISPETTO E PAURA"!!!
Cos'è che bisogna comprendere... che chi non ha rispetto deve avere paura e viceversa???
Il quinto punto... "l'EREDITA'": questo figlio... visto come il bastone della vecchiaia... a chi è diretto questo messaggio???
Improvvisamente il colpo di scena... il video... già quel video drammatico sulla strage di Capaci... si vede dallo sguardo la difficoltà emotiva e ci si prepara mentalmente a rispondere alla domanda del giornalista... 
Difatti... scatta l'errore del 93' con il 92'... (tutti ormai sanno l'anno preciso della strage e lui... proprio lui... commette quell'errore... è evidente che dipende dallo stato di tensione...), analoga situazione sul "sospetto" dell'eventuale mandante (lì dovremmo possedere la "macchina della verità" per capire se a quella data ne fosse cosciente oppure no...) e comunque da quella momentanea difficoltà, ne esce grazie all'assistenza di Vespa che magistralmente cambiando argomento parla di latitanza... 
Quel periodo di quasi 15 anni vissuto dai figli (mentre sono circa 23-25 per il padre) in cui ci si sentiva "intoccabili", ma soprattutto incalzato sulla domanda che "forse quel cognome tanto frequentemente nominato avesse commesso qualcosa..." ecco che, riprende le difese del padre asserendo: si poteva anche averlo fatto... ma a noi non interessava!!!
La situazione si ripete per l'assassino di Borsellino... e difatti ecco riportato l'episodio istintivo della sorella più piccola (Lucia) che. rivolgendosi al padre, chiede se debbono prepararsi per trasferirsi... 
Mentre, sul giudizio richiesto per i giudici morti assassinati per mano della mafia risponde "io non li giudico... anche perché qualsiasi cosa io dica sarebbe strumentalizzata... come sempre succede... se io esterno un parere su queste persone questo viene strumentalizzato, io ho sempre rispetto per i morti, per tutti...". 
Ed alla domanda "cos'è per Lei la mafia" risponde: non me lo sono mai chiesto... penso che sia una cosa... non so... non ho una risposta precisa... però poi casualmente, quasi gli fosse sopraggiunta la risposta sul momento asserisce: "oggi la mafia può essere tutto e nulla...".
Vespa - si comprende come non abbia intuito la risposta... parla di tutt'altro... di droga, d'omicidi... e difatti - Riina Jr. - riprendendo nuovamente quanto aveva appena dichiarato aggiunge "gli omicidi non li fanno soltanto i mafiosi" (che difatti rappresenta da sempre la versione avallata da molti sull'omicidio del giudice Borsellino, compiuto non dalla mafia, ma dai servizi segreti deviati...).  
Si giunge all'arresto del padre... Riina Jr guarda le immagini e per un momento nel rivedere il padre scatta istintivamente un qualcosa... lo si vede per un istante... controlla nervosamente la bocca... quasi non riesce a controllarsi ed è soltanto la voce di Vespa a distoglierlo, a richiamarlo all'attenzione... ed allora, ritrova (se pur con gli occhi lucidi) nuovamente la calma, lo sguardo però si lascia andare... e così prima di rispondere... torna nuovamente (per un attimo fuggente...) verso il padre (quasi a volerne ricevere il conforto), un sostegno a quella domanda posta (e difatti, guardando nuovamente il padre prima di rispondere) sullo "Stato" e su quella frase espressa da Paolo Frajese "ha vinto lo Stato"... dice (pensandoci su...) "rispetto lo Stato, a volte non condivido determinate leggi o determinate sentenze... ma lo rispetto sempre... anche se non condivido l'arresto di mio padre...
Il Capo dei Capi... non si è mai pentito come anche da parte sua non vi è nessuna frase di dissenso da suo padre... come si spiega??? 
Ecco che allora in modo strategico vengono scisse le due figure... quella del padre "umano"... da quella mafiosa... due figure totalmente diverse, con principi e regole opposte... dove per una, se ne esaltano le qualità, i valori in particolare... quelli familiari, mentre per l'altra, ci si giustifica, analizzando che per quanto commesso, si stanno espiando le pene... quel sapere di compensare quelle azioni violente con la carcerazione... conseguenze logica dei torti commessi!!!
Nessuna frase quindi sul padre che ha sbagliato... non è questo dopotutto il messaggio che deve circolare... manifestando... "non tocca a me giudicare mio padre... per questo c'è lo Stato" e nel contempo volge gli occhi al monitor (quasi come se il padre fosse lì ad ascoltarlo... a poter sentire quel proprio figlio che pronuncia quelle parole... già, potersi sentire fiero di essere suo figlio...). 
Ecco giungere infine la cattura di Brusca: ed è su questo tema che esprime il meglio di se... 
Non parla di lui (anzi lo esclude... quasi fosse un appestato...) ma parla di tutti i pentiti... di quel fenomeno del pentitismo che esprime un modo d'agire del tutto italiano... "sì... solo in Italia succede ciò... in altri Paesi non succede che un pentito -che dice (lui) di aver commesso degli omicidi- non fa neanche un giorno di carcere... mentre poi con le proprie accuse... si mandano in carcere innocenti, mentre loro, tornano a fare quello che facevano prima.... ecco penso che si poteva scegliere di far scontare almeno un minimo delle cose che avevano fatto, perché alla fine i pentiti sono serviti per essere usati dallo Stato... 
L'intervista finisce... e le polemiche si sovrappongono...
Cosa aggiungere su questa intervista o sul quel libro che certamente non acquisterò ( solo perché non mi sembra il caso di dover spendere del denaro per questo libro sapendo che c'è ne sono altri in circolazione ben più considerevoli... ma -se dovesse capitarmi tra le mani- lo leggerò certamente... come faccio di solito con tutti i libri... e chissà forse ne parlerò pure in un mio prossimo post!!!
Vorrei concludere non con un mio "libero pensiero" ma con una sua frase: non si accusano le persone solo per un tornaconto, perché ci sarà sempre un giorno in cui dovrai pentirti davanti a Dio!!!

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