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mercoledì 22 luglio 2015

Non ti curàr di loro, ma guarda e passa...

Vi ricordate dei peccatori incontrati da Dante Alighieri nell'Antinferno..., quel luogo che precede l'Inferno, privo di vita ( materiale e spirituale) e dove non vi è l' alternarsi del giorno e della notte...e con un guardiano, il famoso Caronte, con la sua barca, necessaria per poter traghettare le anime sulla riva opposta del fiume... 
Durante la narrazione fantastica del suo viaggio " Canto III della Divina Commedia", nel regno dell'oltretomba, il poeta incontra dei dannati particolari...
Sono coloro che nel corso della loro vita non si sono mai schierati..., non hanno mai scelto dove stare, nel bene o nel male, non si sono mai proposti, sempre dietro agli altri per non osare... per non manifestare, limitandosi ad adeguare ogni loro decisioni a quella del più forte... 
Dante l'interpone qui... in quanto li giudica indegni di meritare sia la felicità del Paradiso che le pene dell'Inferno... proprio a causa di questo loro essere vile, che li condusse - nella loro precedente vita - a non saper mai scegliere, rimasti sempre imparziali ed ora, costretti a girare nudi per l'eternità ed a rincorrere un' insegna bianca, quindi vuota di significato, esattamente come la loro vita... priva di seguire degli ideali, ed inoltre, vengono punti da mosconi e vespe ed il sangue mescolato alle lacrime cadute, viene raccolto e succhiato da quei fastidiosi vermi, aggrappati ai loro piedi...
Il sommo poeta definisce queste anime, come quelle di peccatori "che mai non fur vivi"!!!
S'intuisce come il disprezzo verso questa categoria è massimo... e tanto accanimento si spiega perché, egli ritiene di estrema importanza la scelta tra il bene ed il male, non soltanto dal punto di vista etico ma anche per quanto riguarda quello civile..., durante lo svolgimento della propria vita quotidiana, nelle scelte sociali, politiche, nell'esplicare i propri doveri, perché chi si sottrae ad essi... non è degno (secondo il pensiero dantesco), di alcuna considerazione.
In un momento di riflessione, pensavo... che in questi anni, la lista di coloro che sono andati ( e di quanti li raggiungeranno di qui a breve...) ad ampliare quel mondo degli "Ignavi" si è certamente incrementato... forse tra tutti i livelli danteschi, questo potrebbe essere stato quello con il maggior esubero...
Io avevo iniziato così... per scherzo a fare una lista di nomi... ma mi sono accorto che erano talmente tanti, troppi, che, neanche se avessi adottato per tale circostanza, quanto di più appropriato -vedasi il famoso rotolone "regina"- sarei riuscito nell'intento... 
Sono uomini/donne inconsistenti, meschini, che hanno cercato e cercano ancora oggi, con la loro stupida inutilità, di rendere questo nostro paese come quell'antinferno a cui sono senz'altro indirizzati... 
Ma se oggi siamo in questa tragica condizione è proprio perché, molti tra voi, "ignavi", avete permesso loro di sostituirvi... di prenderne il vostro posto, di parlare ed operare per conto vostro, di assumere quelle scelte a cui voi avete esitato, indugiato, nel decidere quel NO quando era necessario... e neppure quando, vi siete alzati per gridare e scegliere il bene per il vostro paese, la vostra terra..., ecco, vi siete arresi... ancor prima di cominciare, standovene zitti... senza pronunciare quel necessario SI..., inermi, in quel silenzio assordante!!!
Vorrei imprecare,  sbattervi la testa contro il muro..., tentare di scuotervi da questo torpore a cui siete da sempre assuefatti, sperare di poter mutare ed invertire questo stato di deboli coscienze, per coinvolgervi in una sfida che possa scontrarsi con questo sistema malato... 
Vi guardo..., vi scrollo... ma vedo solo dei "relitti", vacui e spenti...
Riprendo nuovamente a camminare... e senza girarmi ripeto: non ti curàr di loro, ma guarda e passa...  
E io ch'avea d'error la testa cinta,
dissi: "Maestro, che è quel ch'i' odo?
e che gent'è che par nel duol sì vinta?".
Ed elli a me: "Questo misero modo
tengon l'anime triste di coloro
che visser sanza infamia e sanza lodo.
Mischiate sono a quel cattivo coro
delli angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé foro.
Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".
E io: "Maestro, che è tanto greve
a lor che lamentar li fa sì forte?".
Rispuose: "Dicerolti molto breve.
Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa...
(Dante Alighieri, Inferno III, 31-51)

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