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domenica 17 giugno 2012

Ricordare Falcone...

Mentre passavo da Capaci mi è venuto spontaneo fermarmi..., ho pensato a quella strage in cui, il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo...
Sembra ieri, mentre sono passati 20 anni e fermarmi mi è sembrata la giusta scelta, spontanea, dedicare a tutti loro questo pensiero, chissà sperare che forse a lui avrà fatto piacere..., già sapere che una persona di cui non si ha conoscenza, si fermi a ricordare quanto con i propri gesti si è fatto nel corso della propria vita, credo possa rappresentare quell'intimo desiderio di eternità cui i grandi uomini aspirano...
Quest'uomo però, che ha fatto della propria umiltà e di quella profonda discrezione la propria vita, non avrebbe certamente voluto essere famoso, anzi al contrario avrebbe dato la propria vita in silenzio pur di salvare quelle di coloro che a lui stavano vicino..., ecco chissà forse la sua tristezza sarà adombrata da quanto accaduto..., cioè quell'aver  colpito lui, distruggendo anche le vite di coloro che per lavoro e per amore si trovavano in quelle auto...
Oggi comunque essermi fermato, mi da quella forza di continuare a voler credere nelle istituzioni, in un momento in cui vediamo che la lotta alla corruzione viene a scontrarsi con le nostre forze politiche, con un sistema che non intende cambiare, dove i privilegi continuano a restare tali, dove coloro che dovrebbero essere colpiti restano impuniti..., dove lo Stato esercita la propria forza attraverso propri uomini che non sembrano essere adatti a tale compito, quel sistema clientelare impossibile da sradicare e quell'accondiscendere sempre a giustificazioni che di morale nulla possiedono... 
Ecco, se questo è lo Stato che oggi per nome di un suo parlamentare ( evito anche di dirne il nome ...) ricerca il numero uno di cosa nostra, Matteo Messina Denaro, nelle eventuali " diversità " in questo suo modo d'essere bisessuale... ma di cosa sta parlando..., ma si rende conto delle cazz... che dice, quel voler aprire la bocca per attirare attenzione, non sapendo che la storia non prevede l'ingresso al sistema mafioso, a chi possa avere particolari tendenze..., ed ancora queste contraddizioni che soltanto Lei vede... hanno finora permesso a questo Boss di continuare a svolgere quanto è nei suoi compiti, ( pur tenendo conto della terra bruciata fatta attorno a lui), come meglio ha voluto... e stia certo che come per quei Boss che lo hanno preceduto, vedrà che una volta preso, mai penserà di collaborare con gli inquirenti, perché chi sceglie di fare il boss e come chi sceglie di fare il magistrato, ognuno crede in qualcosa, chi sceglie il bene e chi invece il male... e da sempre la storia dell'uomo..., lei invece con questa sua propensione alla Sigmund Freud, con questa pseudo psicologia, non si riesce a capire da quale parte stia... 
Purtroppo mi rendo conto che qualcosa è cambiato, manca a coloro che si sono designati ( anche perché questa è stata la loro scelta..., quel giuramento che li ha posti a sostegno di noi cittadini..., in caso contrario avrebbero potuto anche scegliersi un qualunque altro mestiere... ), quell'intimo desiderio di mettersi in gioco, pur sapendo di rischiare la propria vita, quel voler sempre lottare senza accettare compromessi, avere quale unico scopo quello di debellare definitivamente quanto la criminalità realizza... e avere come obbiettivo, quello di completare ciò che altri hanno iniziato prima a fare...
Ecco, in questo posto mi viene di ripensare a quella frase del giudice Falcone ( che mi ha accompagnato dopo la sua morte...), è cioè che " La mafia avrà una fine... ", ma purtroppo oggi penso, che i tempi e modi, non rientrino forse per quanto in cuor suo... aveva previsto!!!

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