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venerdì 8 giugno 2012

La fine di un'impresa...

Lo Stato da un po' di anni, ha deciso di confiscare le imprese ed in molti casi queste vengono affidate agli stessi lavoratori..., che costituiti in imprese sociali e/o in cooperative, tentano di recuperare attraverso il proprio lavoro, quella stessa società, dove per anni ne sono stati dipendenti...
La fruizione però dei beni confiscati, si scontra con la realtà, cioè con il mancato appoggio da parte di quegli Istituti bancari che, sia a causa della crisi internazionale, che non ricevendo quelle garanzie necessarie, ricevute in precedenza dagli ex datori di lavoro, non autorizzano alcun finanziamento ai nuovi soci...
La cosiddetta legge regionale n. 15/2008 rappresenta soltanto un'utopia, uno di quei meccanismi del tutto Italiani, che servono soltanto per sciacquarsi la bocca e che non troverà mai realtà nei fatti..., uno dei tanti provvedimenti pubblicizzati, che servono a farci conoscere il sorriso a 32 denti del politico o magistrato di turno... 
Infatti una cosa è la teoria...un'altra la pratica..., ed intanto le imprese non sopravvivendo e non riuscendo ad investire chiudono e vanno in liquidazione..., che poi è quasi sempre quello che i giudici preferiscono  soprattutto quelli della sezione fallimentare..., ( chissà, se forse non rappresenti proprio quel senso di vita interiore... ).
C'è sempre la convinzione che le imprese poste sotto sequestro e/o a confisca, rappresentino in capacità e  produttività una realtà si... ma di 2 livello, come se i meriti fossero stati soltanto caratterizzati da quegli  elementi negativi, avuti attraverso privilegi, raccomandazioni, intimidazioni ed azioni illegali..., ma si vuole polarizzare l'attenzione soltanto su quegli elementi negativi ( sempre da dimostrare ) dimenticando tutti coloro che in maniera operosa, attraverso proprie capacità individuali e di gruppo e con grandi sacrifici anche personali, riescono a portare a conclusione e con merito quelle iniziative pubbliche e private, la gestione tecnica ed economica operativa della società, senza farsi condizionare dal contesto critico a cui la società è stata sottoposta...
Ci si dimentica inoltre, che in situazioni analoghe, lo Stato dopo aver disposto l'impresa ad amministrazione controllata, a seguito di procedimento d'opposizione in appello e/o cassazione, ha dovuto restituire le quote societarie agli ex proprietari, dove nel contempo le imprese concorrenti, tentavano in vari modi di estraniare l'impresa posta a sequestro, per voler riuscire a toglierle quegli appalti già aggiudicati ( per milioni di euro... che in questo periodo di totale crisi fanno gola a tutti... ), ma soprattutto utilizzando quelle conoscenze e quelle manovre politico-giuridico ed economico, per lo più sotterranee, per distruggere definitivamente l'impresa concorrente, assorbendone così parte del patrimonio e/o attrezzature a costi fallimentari...      
Non bisogna sorvolare, su uno degli aspetti che appositamente viene mascherato è cioè quello di voler fondere insieme, le imprese cosiddette associate da quelle ricattate... cioè le imprese costituite ad hoc create ovviamente per il riciclaggio dei profitti ricavati dai traffici illeciti, da quelle che invece sottoposte a ricatti e/o minacce e/o a situazioni particolari che nel tempo avevano portano a coinvolgimenti purtroppo personali, dovendosi piegare per non incorrere a gravi rischi..., ed in Sicilia a differenza di quanto ci vogliono far credere..., sono la maggioranza di queste a subire intimidazioni, trovandosi così costrette a pagare ed a  favorirne l'assunzione di amici e parenti...
Ricordo che tanti anni fa, mentre mi trovavo a Verbania, stavo seguendo un programma televisivo, che parlava della lotta alla criminalità nella nostra Regione ed in particolare le interviste erano state svolte proprio nella Città di Catania, in un mercato adiacente Piazza Stesicoro, quando ad una domanda del giornalista, la risposta dell'ambulante mi colpiva poiché dichiarava: " cà macari cu vinni u puddisinu a pavare..."  ( qui, anche chi vende del basilico deve pagare...); da allora poco è cambiato ed io credo che l'omertà la faccia ancora da padrone!!!  
Comunque è veramente esiguo il numero dei casi in cui è stata possibile la continuazione o la ripresa dell’attività produttiva, in quanto entrando in questo vortice, le opportunità lavorative calano, mentre viene privilegiata quale unica possibile soluzione la liquidazione...
Auspicare in un intervento deciso nel quale lo Stato salvaguardi principalmente i posti di lavoro, la ritengo ormai un'utopia, mentre vedo sempre più un interesse mirato atto a recuperare soltanto quei crediti disponibili e come unico pensiero la svendita del patrimonio finanziario e logistico...


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